Borgata Savi

Ultima modifica 4 aprile 2018

La borgata Savi è formata dalla chiesa, dalla scuola, da un asilo infantile e da un aggregato di case, situate a destra della carrozzabile per Buttigliera d’Asti. Si giunge, dal capoluogo, in tre quarti d’ora di strada.
A dar pregio al paesaggio, C’è l’effetto scenico delle colline a levante, e a ponente sono estese pianure tenute a praterie e a campi ricchi di cereali, solcati da aratri indefessi, per cui questi borghigiani possono vantarsi di quella nobile gloria quotidiana che si chiama lavoro.
Il nome della borgata Savi, pare abbia un’origine antica. I nomi di alcune località, quando i feudi si resero ereditari verso il mille, furono dedotti da qualità personali degli abitanti, e così avvenne per alcuni cognomi di famiglie, dedotti dal nome della località abitata. E savi dovettero essere gli abitanti che diedero il nome a questo luogo, poichè, ancora oggi, le famiglie sono formate di gente sana, sveglia ed arguta.
Della chiesa parrocchiale, riportiamo chiarimenti e preziose notizie che gentilmente ci vennero date dall’ottimo e zelante prevosto Rev. Alfredo Don Greppi.
La chiesa è in stile barocco, un bel barocco semplice e puro, degli allievi del Juvara, privo di elaborazioni sforzate che spesso deturpano.
La navata è unica, con due altarini laterali, e termina in appropriata cupola.
Non risulta da chi sia stata eretta, nè quale sia l’anno della costruzione. Si dice che promotori e benefattori di sì bella opera, siano stati i signori Lamarmora, tra i quali primeggia, nel perenne ricordo, la religiosissima e generosa damigella Enrichetta Marchesa Lamarmora.
Il castello di quei bravi nobili, ora demolito, era nella località che ancora oggi si denomina Ciocchero.
La chiesa conserva una graziosa statua di « Mater Purissima » in legno dorato, (opera del 700) che si crede donata da Madama Cristina di Savoia, alla Lamarmora, la quale a sua volta ne avrebbe fatto dono alla Parrocchia.
Dapprima semplice Cappellania, dipendente dalla Pievania di S. Pietro in Villanova d’Asti, la chiesa di S. Marco Evangelista dei Savi, venne poi eretta a parrocchia nel 1831, dietro le istanze della nobile Famiglia del Ciocchero.
Della distinta famiglia dei Savio, è oriundo il cav. Giuseppe Savio, anima grande e generosa, che alla sua borgata ha donato un grazioso asilo infantile nei primordi del 1906, il quale ospita i bimbi del luogo, sotto la materna direzione delle Suore del Cottolengo.
Anche qui, come in altri borghi lontani dalle rumorose città, avviene di incontrarci con della buona gente, seria, ordinata, tranquilla, che attende ai fatti suoi, che ripone fiducia nel proprio lavoro, che evita i danni dell’ambizione e degli eccessi d’ogni genere.
Ed è proprio nei tuguri umili e nelle casette povere, che abbiamo trovato uomini semplici, non abituati alle raffinatezze delle città, ma pieni di spontaneità naturale. Essi ignorano 1a teoria degli opportunisti, e vedono la vita nel suo aspetto semplice, umile e buono; in loro c’è quel sentimento della bontà e della gentilezza che talvolta, uomini ricchi, non saprebbero neppure immaginare.


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